Le Trei Val – la Val di Sole

Il nome della Val di Sole non ha assolutamente collegamenti con la nostra stella o con culti solari. Semplicemente il toponimo Sol potrebbe risalire all’epoca dei romani che identificarono Minerva come la divinità celtica delle acque Suluis. Il tutto potrebbe essere confermato dal fatto che nelle valli laterali di Peio e Rabbi ci siano fonti terminali considerate terapeutiche poiché ricche di zolfo e di carbonio dando sollievo a diversi tipi di malessere avendo effetti diuretici, ematici e linfatici.

La Val di Sole, è geograficamente collocata in provincia di Trento nella parte nord-occidentale della regione ed è circondata da montagne maestose come l’Ortles-Cevedale, il gruppo del Brenta e l’Adamello-Presenella. La Val di sole è attraversata dal fiume Noce. L’economia solandra è principalmente basata sul turismo invernale ed estivo ma non mancano anche attività legate alla coltivazione degli alberi da frutto principalmente mele e ciliegie.

Alcune curiosità

La parlata Solandra (cioè della Val di Sole) sembrerebbe molto vicina ai dialetti Ladini ed è molto simile ed affine al dialetto Nones, cioè quello della Val di Non, valle limitrofa.

Vi sono alcuni proverbi popolari che vengono associati ai Solandri e ai Nonesi (abitanti rispettivamente della Val di Sole e della Val di Non):

un primo proverbio viene associato alla invocazione delle due popolazioni con il detto: A nonenis et solandribus libera nos Dominis che altro non e’ che una trasformazione dell’invocazione “libera nos domine”. Probabilmente si tratta di una invocazione collegata a possibili sollevazioni popolari delle due valli ai danni della città di Trento. Riecheggia l’invocazione con cui le popolazioni del nord Europa imploravano la salvezza a Dio dalla calata dei Vichinghi.

un secondo proverbio: se l’è en nones dàai, se l’è en solandro copel -> traduzione: se è un noneso bastonalo, se è un solandro ammazzalo. Il proverbio viene collegato al fatto che avere un solandro come nemico è molto pericoloso; infatti se per convincere un noneso basta l’uso moderato della forza, per dissuadere un solandro ci vuole uno scontro frontale all’ultimo sangue.